Vi abbiamo già parlato delle migliori scarpe adatte a tutti i runner per correre i lunghi a ritmi tranquilli. Ora, è arrivato il momento di spingere sull'acceleratore e trattare dei modelli per correre il lungo variato o corso a ritmo gara.
L'allenamento in questione prevederà delle frazioni corse a ritmo gara (circa), che siano essi ripetute, medi o variazioni come il fartlek. Sarà, dunque, importante trovare la scarpa perfetta per avere il giusto supporto quando si aumenterà di velocità. Di seguito scopriamo i migliori modelli per affrontare i lunghi più spinti.
Le migliori scarpe per correre il lungo veloce
Le scarpe che andiamo ad analizzare in seguito sono rivolte a un pubblico di runner con già una base aerobica che cercano velocità nelle sessioni di allenamento più lunghe. Caratteristica cardine saranno, quindi, la risposta e reattività che i vari modelli daranno quando si atterra al suolo e si spinge senza, però, abbandonare totalmente il comfort (che invece viene un po' in secondo piano per le scarpe propriamente da gara).
adidas Adios Pro 3: le più rimbalzanti
Vero, queste sono scarpe da gara. Tuttavia, l'intersuola LIGHTSTRIKE PRO leggera (peso scarpa sui 215 g), morbida e ammortizzata combinata con gli ENERGYRODS in carbonio consentono di correre comodamente dai 4'30" fino ai 3' al km (o anche sotto per chi ne fosse in grado). L'effetto rimbalzante è molto amato dai runners e la stabilità della scarpa pure. La suola continental la rende super aderente anche in condizione di bagnato. Unico neo? La tomaia un po' ruvida potrebbe creare ad alcuni problemi di sfregamento alla zona dell'alluce.
Asics Superblast 2: le tuttofare
La supershoe di Asics ha stupito tutti. Nonostante la sua altezza di 45 mm nel tallone e 37 nell'avampiede (drop 8) che la rendono una fra le scarpe più alte di tutto il mercato del running, il peso è molto contenuto (soli 250 grammi). Il modello offre protezione e ammortizzazione simili a una scarpa da lento ma una risposta quasi identica ai modelli più performanti di Asics. Quasi... perché a differenza di una racing shoe moderna, qui è assente la piastra in carbonio ma le sensazioni di propulsione sono molto simili, cosi come la rigidità e la tomaia in mesh intrecciato leggera ed elastica che veste come un calzino. Ottima per tutti i ritmi. La durata, poi, è garantita: quasi il doppio rispetto a una scarpa da gara.
Brooks Ghost Max 2: le più ammortizzate
Non è la scarpa più veloce di questa categoria ma sicuramente la più ammortizzata e confortevole. Le nuovissime Brooks Ghost Max 2 si rinnovano grazie a una mescola nuova e più reattiva: si tratta del Dna Loft V3 con nitroinfusione, che protegge le articolazioni e il piede in fase di appoggio e lo proietta verso la falcata successiva grazie anche al GlideRoll Rocker pronunciato. La larghezza della suola strizza l'occhio a lievi iperpronatori. La sua struttura, invece, anche agli atleti più pesanti.
Diadora Frequenza: le più flessibili
Leggere (230 g) e super flessibili, le Diadora Frequenza conquistano il cuore (e gli occhi) di coloro che cercano una scarpa morbida ma reattiva capace di assecondare dai ritmi più pacati fino a quelli più allegri. Le stringhe zigrinate sono un dettaglio da non sottovalutare quando si percorrono tanti km così come la traspirabilità elevata della tomaia e la linguetta sottile stile racing. Una daily trainer molto più evoluta.
Hoka Mach X: quelle con la piastra (ma non estrema)
"X" in casa Hoka vuol dire solo una cosa: piastra in Pebax, un materiale plastico che garantisce spinta ma un taglio meno aggressivo e rigido del carbonio preservando le articolazioni. Un modello dal drop basso, 5 mm (39mm posteriore-34mm anteriore in quella maschile e 37 mm-32mm in quella femminile) e dal peso è contenuto (circa 266 g). Grazie alla sua elasticità e dinamicità non estrema, la Hoka Mach X si rivolge a una vasta platea di atleti, ritmi e distanze.
New Balance Fuelcell Supercomp Trainer V2: le più confortevoli
Morbide come una scarpa da allenamento, reattive quanto una scarpa da gara. Le New Balance Fuelcell Supercomp Trainer V2 sono il luogo di incontro tra l'ammortizzazione data dall'intersuola (molto alta: 40 mm - 34 mm) Fuelcell in azoto e la piastra in fibra di carbonio che si avvale della tecnologia Energy Arc che prevede una forma ad arco (nel tallone vicina al piede e al suolo nell'avampiede). Un'ottima scarpa per chi ricerca sensazioni da gara anche in allenamento, soprattutto quando si percorrono tanti km.
Nike Zoom Fly 6: quelle all'avanguardia
Progettata in collaborazione con Eliud Kipchoge, la Nike Zoom Fly 6 si discosta dal modello precedente (che era meno performante) per avvicinarsi alle sorelle da competizione: le Vaporfly 3 e le Alphafly 3. L'intersuola, infatti, le accomuna diventando un unico pezzo di schiuma ZoomX, risultando ancora più reattiva della versione precedente acquistando anche in altezza: 42 mm nel posteriore e 34 mm nell'anteriore per un drop di 8 mm. Mantenuto un FlyPlate in fibra di carbonio a tutta lunghezza che ne aumenta stabilità e propulsione. La tomaia è più traspirante e resistente della precedente e tutta la scarpa risulta più leggera: 265 g contro i 285 g della sua antenata. Creata per spingere e durare oltre che... divertirsi.
ON Cloudmonster Hyper: le performanti senza piastra
Le On Cloudmonster Hyper calcano la via intrapresa dalle Cloudboom Echo 3 ma senza piastra (la Speedboard di ON), il ché vuol dire maggior flessibilità, ammortizzazione rispetto alla versione racing alla quale però non ha nulla da invidiare in termini di reattività. L'intersuola in pebax dal classico design di On con i "cloud", è a doppia densità con le schiume Helion Hf (Hyperfoam) nella parte superiore della struttura, e l’Helion classico in quella inferiore. La tomaia, poi, è super traspirante. La scarpa perfetta per gli allenamenti più veloci.
Puma Deviate Nitro 3: le più durevoli
Si tratta di una calzatura pensata per le corse quotidiane e lunghe perfetta per i runner più veloci e leggeri. Dotata di piastra infusa in carbonio PWRPlate realizzata con un disegno a forchetta doppia per garantire maggiore flessibilità e comfort durante la corsa, senza essere estremamente rigida. L’intersuola è composta da due diversi strati di schiuma: Nitro standard nella parte inferiore e Nitro Elite (in TPU) nella parte superiore. Apprezzata la nuova tomaia in mesh leggera e ingegnerizzata con supporti termosaldati PWRTape nelle aree di più elevata pressione. Rispetto alla versione precedente, l’intersuola è più alta così come il drop: 39 mm nel posteriore - 29 mm nell'anteriore per un differenziale di 10 mm. Il peso è contenuto: 265 g. La suola e l'intersuola garantiscono una lunga durata in termini di risposta, ammortizzazione e grip.
Saucony Kinvara Pro: le più sorprendenti
Una scarpa decisamente reattiva e super ammortizzata grazie all'altezza dell'intersuola (42 mm nel posteriore - 34 mm nell'anteriore) che si posiziona fra i modelli da allenamento più performanti e adatti anche per le sessioni più lunghe. Dotata di una piastra con rocker pronunciato che copre 3/4 della lunghezza dell'intersuola in PWRRUN, essendo meno rigida risulta più fluida e versatile, nonchè confortevole e brillante. Consigliata per chi necessita maggior spazio nell'avampiede. Unico contro: il peso di 269 g circa può risultare altino per una scarpa così performante.