Le super scarpe da corsa danno realmente un vantaggio?
Fa spendere di più a livello di portafogli, ma fa spendere meno a livello di corsa: scopriamo il segreto della piastra in carbonio

“Le super scarpe (quelle con piastra in fibra di carbonio) aiutano i runner a correre più veloce”. Sebbene questa affermazione non sia corretta in assoluto, non c’è più alcun dubbio sul fatto che la nuova generazione di scarpe sia d’aiuto agli atleti in gara. L’elemento, complesso da spiegare, è che non è la scarpa a far andare più veloce, ma in realtà è il corpo a esprimere una resa migliore grazie all’economia di corsa fornita dalla calzatura.
Non ci credete? Gli studi su questo tema sono ormai moltissimi e giungono tutti alla stessa considerazione. Il miglioramento dell’economia di corsa è il vantaggio vero offerto da ogni scarpa, mentre l’ormai mitico effetto “molla” prodotto dalle piastre in fibra di carbonio, di cui ancora molti siti internet parlano, non è che lo specchietto per le allodole usato attrarre nuovi clienti.
Un vantaggio medio del 2%
È ormai generalmente riconosciuto che le super scarpe producono un vantaggio medio del 2 per cento nell’economia della corsa (alcune arrivano al 4, altre faticano a raggiungere l’1 per cento, con i benefici che dipendono dalla capacità dei runner di utilizzarle). L’economia di corsa misura la quantità di ossigeno consumata durante l’attività fisica: una sua riduzione si traduce in un miglioramento della prestazione.
Sebbene gli studi in questo settore siano piuttosto empirici, i ricercatori sono portati a pensare che una riduzione del consumo di ossigeno dell’1 per cento possa arrivare a determinare un vantaggio fino a quattro secondi in una corsa sulla distanza del miglio (1.609 metri). Davvero un’infinità.
I misuratori di potenza
Gli studi più sofisticati utilizzano apparecchiature metaboliche per riuscire a cogliere in tempo reale il consumo di energia e di ossigeno. Tuttavia è facile avere un rilievo dell’economia di corsa anche con un semplice misuratore di potenza (come ad esempio un sensore Stryd). Il concetto di potenza di corsa è davvero complicato, ma i moderni misuratori cercano di individuare il consumo energetico espresso in watt. La logica ci suggerirebbe che testando più modelli di calzature da running con lo stesso sensore, alla medesima andatura, quello che fa registrare un wattaggio più basso sarebbe il più performante. Invece, è proprio il contrario. Bisogna infatti distinguere la potenza meccanica (ossia quella espressa in watt) dalla potenza metabolica, che si riferisce al consumo di ossigeno. Perché se il nostro indicatore comune ai test con scarpe diverse è l’andatura(ossia la velocità a cui corriamo), allora è presumibile che la scarpa migliore sia quella che permette di esprime maggiore potenza meccanica (watt)con un minor impegno fisico.
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