Uno dei dubbi che più assale i trail runner che puntano a fare una buona prestazione è quale siano i tratti che possono davvero fare la differenza: la salita (e relative pendenze), la pianura o la discesa. La risposta può sembrare banale, ma in realtà non esiste una risposta univoca che vada bene per tutti.
In generale, chi è nettamente più forte di un altro atleta lo è in qualsiasi condizione. Mentre tra trailer con capacità simili la differenza la possono fare sia il percorso che le singole caratteristiche atletiche, dalla meccanica di corsa alla tipologia di allenamento affrontato, alle caratteristiche mentali…
Meglio attaccare o rimanere in difesa?
C’è chi è convinto che per fare un’ottima prestazione anche nel trail running si debba attaccare da subito; oppure, restare insieme a chi si pensa possa essere poco più forte, sperando che i favori si invertano; oppure, forzare dove si sa di essere più forti, cercando poi di resistere il più possibile dove le pendenze sono sfavorevoli. Ma è la tattica giusta? Non è raro vedere atleti partire a tutta e poi calare con l'aumentare della distanza, spesso perdendo molto più terreno di quanto avrebbero fatto correndo invece una gara regolare.
Insomma, per essere uno Steve Prefontaine del trail running, bisogna avere un motore paragonabile a quello che aveva il grande mezzofondista rispetto ai suoi rivali, altrimenti si rischia di esplodere trascinandosi poi per il resto della gara.
Scegliere di andare al risparmio sul proprio terreno preferito (ad esempio in salita) potrebbe far perdere meno tempo nei tratti che si soffrono (pianura o discesa)? Probabile, anche se tutto dipende ovviamente dalle caratteristiche del percorso. Con salite lunghe e complicate, discese più brevi e non particolarmente dure e pochi tratti corribili, normalmente è la salita a fare la differenza. In questo caso sarebbe meglio forzare in salita, risparmiando energie nei tratti più brevi in discesa e in piano. In una gara molto corribile, con poche salite ripide, meglio affrontarle con margine e spingere maggiormente dove si può andare più veloce.
La strategia migliore è sempre quella di affrontare ogni gara partendo a ritmi sostenibili, ma non troppo lenti, che permettano di non finire esausti prima del termine. La tenacia e la capacità di soffrire potranno aiutarci a perdere meno tempo durante eventuali momenti di difficoltà, ma non devono farci andare oltre le nostre possibilità. Accodarsi ad altri più veloci di noi potrebbe farci andare in "fuori giri" e pagare nel finale di gara. Più è la corsa è lunga, più la regolarità sarà premiata.