Il concetto di ultra trail più duro al mondo è più che altro un giochetto, perché percorsi diversi hanno difficoltà diverse e non sempre si possono confrontare. La preparazione fisica e mentale e l’approccio con cui si affronta una competizione contribuiscono poi a differenti percezioni di difficoltà.

È però certo che il Tor des Géants sia una gara impegnativa, lunghissima (oltre i 300 chilometri), con grandi dislivelli, passaggi a oltre 3000 metri, con lunghi tratti di notte, cambi di meteo, gestendo sonno, alimentazione, materiali e imprevisti vari che rendono tutto molto complicato.

Vediamo quindi le difficoltà principali del percorso, dividendolo usando le 6 basi vita che si incontrano nel percorso come riferimento.

Le difficoltà del percorso del Tor

La partenza

Courmayeur – Valgrisenche: 50 km - 4.747 m+

La partenza è a volte la parte più difficile di una gara così lunga. Tutti sono freschi, si vuole sfruttare la possibilità di correre, a volte facendolo forse con troppa foga. Se la prima salita al Col Arp e la successiva discesa a La Thuile sono piuttosto semplici, ci pensano poi le salite al Col Passo Alto e al Col de la Crosatie a mettere il primo pepe. La prima base vita di Valgrisenche è anche la prima possibilità di mangiare, cambiarsi e affrontare la prima notte.


I colli più alti

Valgrisenche – Cogne: 58 km - 5.082 m+

In questa fase di gara c’è la tripletta di salite forse più dura del percorso, ovvero Col Fenétre, Col Entrelor, Col Loson, che con i suoi 3294 metri di altitudine è la cima più alta del percorso. Pur essendo ancora nel primo terzo, non è un caso che qui si verifichino solitamente una buona parte dei ritiri. I primi malesseri, acciacchi o le difficoltà della notte possono spingere al ritiro chi non sta bene fisicamente, visto quello che ancora aspetta i partecipanti.

l'arrivo a courmayeur di oliviero bosatellipinterest
di Stefano Jeantet

La discesa verso il centro valle

Cogne – Donnas: 45 km - 2.698 m+

Dopo il Fenêtre de Champorcher, inizia una lunghissima discesa verso la valle. Arrivati a Donnas, alle altitudini più basse di tutta la gara, a volte quindi con gran caldo, si può dire di aver completato la prima metà del percorso. Non è ovviamente così, ma da qua in avanti inizia tutta un’altra gara, dove correre è quasi impossibile e si inizia a fare i conti col sonno.


La parte più lunga

Donnas – Gressoney St Jean: 54 km - 6.086 m+

Per molti è la parte più difficile del percorso. Si affronta una lunga salita al Rifugio Coda, dopo di che è un continuo saliscendi, senza grandi salite e senza grandi discese, ma che rende questo tratto davvero lungo e impegnativo, con la base vita di Gressoney che sembra non arrivare mai.


L’inizio della fine

Gressoney-Saint-Jean – Valtournenche: 33 km - 3.187 m+

Dopo Gressoney si sale subito verso il Col Pintor, poi discesa verso Champoluc, salita al Col de Nannaz e discesa a Valtournenche. A questo punto i ritmi sono sempre più lenti, ma l’arrivo è sempre più vicino. Chi lotta per la vittoria deve continuare a non mollare e a ridurre al massimo le soste per dormire, per chi punta ad essere finisher si tratta di un continuo camminare, mangiare, riposare, ripartire.

alessandro ioli tor des geantspinterest
Courtesy Photo

Salite e ancora salite

Valtournenche – Ollomont: 48 km - 4.904 m+

C’è sempre poco respiro in questo ultimo terzo di gara, le salite e le discese sono lunghe, ripide e impegnative. Fenetre de Tsan, Col de Vessonaz e Col Brison sono i principali colli da affrontare prima dell’ultima base vita di Ollomont.


Verso il Malatrà e oltre

Ollomont – Courmayeur: 50 km - 4.210 m+

Chiunque esca da Ollomont sa che ormai il più è fatto, eppure mancano ancora 50 km, con il duro Col de Champillon e la lunga salita al Col Malatrà, il cui iconico passaggio è la porta verso il traguardo. A questo punto mancano solo gli ultimi km e l’ultima discesa per l’arrivo nel centro di Courmayeur.