In un anno pieno di gare e prestazioni eccezionali nel trail running non è mai facile individuare quelle che davvero hanno lasciato di più il segno. La scelta è soggettiva, possono esserci dimenticanze, trascuratezze, preferenze, influenze, per cui è normale tralasciare qualcuno altrettanto meritevole, ma che magari si potrà trovare in altre liste simili.
Queste prestazioni sono quindi da prendere come un gioco, uno spunto per ricordarsi di qualcosa che ormai si sta quasi dimenticando, o rispolverare tempi e risultati che erano sfuggiti.
Trail running: 6 prestazioni memorabili del 2024
Bouillard, uno sconosciuto all’UTMB
Non da record, ma probabilmente la prestazione di cui si è più parlato quest'anno. Mentre tutti si aspettavano i soliti nomi tra i vincitori dell'UTMB, o qualcuno tra i tantissimi favoriti presenti alla partenza, ecco che a dominare, e con un tempo di tutto rispetto sotto le 20 ore, è il quasi sconosciuto Vincent Bouillard. Atleta non a tempo pieno, sviluppatore dei prodotti Hoka e dipendente dell’azienda, aveva comunque già mostrato buone qualità.
Lontano dai social media, senza pressioni esterne, ha dato una sterzata di novità al mondo del trail running, mostrando anche che i margini di crescita delle prestazioni di questo sport sono ancora molto grandi.
Katie Schide, record femminile all’UTMB
Tutto il mondo del trail conosce ormai da anni Courtney Dauwalter, ma ancora in tanti snobbano un’altra atleta americana, Katie Schide, capace negli ultimi anni di prestazioni altrettanto incredibili. Quest’anno l’atleta di The North Face è riuscita a battere il record proprio di Dauwalter sui sentieri di Chamonix, chiudendo con il tempo di 22h09’31”, superata però istantaneamente in “notiziabilità” dalla sorpresa Bouillard al maschile
Eppure quella di Schide è stata una prestazione incredibile, con l’aggiunta anche della vittoria alla Western States con un’altra grande prova cronometrica a soli pochi minuti dal record. In tanti ora attendono una lotta tra le due nel prossimo anno.
Kilian, sempre lui, in gara o in solitaria
Un altro record battuto è stato quella della Sierre-Zinal, classica del trail running di metà agosto sui sentieri svizzeri. A pensarci è stato il “solito” Kilian Jornet, migliorando il suo già precedente record di un solo secondo, finendo la prova in 2h25’34”. Per il 10° successo nella gara svizzera, Kilian ha dovuto sudare non poco, superando solo nel finale dell’ultima discesa il kenyano Philemon Kiriago e battendolo praticamente in volata.
A questa vittoria e all’11° sigillo a Zegama, Kilian ha però aggiunto un altro incredibile record, ovvero il raggiungimento di tutti i 4000 delle Alpi, ben 82, in soli 19 giorni, spostandosi da un massiccio all’altro della catena alpina solo con l’aiuto delle proprie gambe, in bicicletta o di corsa.
Katharina Hartmuth e François D’Haene, i giganti del Tor
La prestazione della 29enne tedesca Katharina Hartmuth al Tor des Geants è stata da record, chiudendo i 330 km della gara valdostana in 79h10’, prima donna sotto le 80 ore. Nome apparentemente nuovo, ma che sta già iniziando ad accumulare successi e grandi prestazioni, la Hartmuth è personaggio interessante anche per il suo dottorato in climatologia.
Il francese François D’Haene ha vinto invece senza record, ma il suo successo rimane importante per come è avvenuto, correndo la gara senza pressione, in relativo relax, concedendosi pause e rispettando il proprio corpo, anche per via dell’infortunio del 2023, dopo il quale ha faticato a ritrovare la forma dei giorni migliori.
Pommeret, Roche, Sinclair, Drake e i record nelle gare americane
Se alla Western States le prestazioni di Walsmey e Schide sono state notevoli, ma non da record, in altre grandi classiche americane sono stati battuti primati che apparivano già incredibili, ognuno con una storia da raccontare. Il francese Ludovic Pommeret ha superato addirittura il record di Kilian Jornet all’Hardrock 100, la più dura delle 100 miglia americane, il tutto alla soglia dei 50 anni.
David Roche, atleta e coach tanto amato quanto criticato, ha poi battuto lo storico record di Matt Carpenter alla Leadville, 100 miglia sulle altitudini estreme del Colorado. A fine novembre poi sono stati David Sinclair e Rachel Drake a battere i record maschili e femminili della JFK 50 mile, ovvero l’ultramaratona più antica degli USA, con prestazioni eccezionali e impensabili fino a pochissimi anni fa.
Finlay Wild nuovo re del Kima
Diciamolo, se batte un record qualcuno di conosciuto, ben sponsorizzato, con grande seguito sui social, o in qualche modo personaggio, diventerebbe una notizia. Se a batterlo è un nome poco conosciuto di un atleta che corre poche gare, che non ha particolari caratteristiche o storie da raccontare e forse soprattutto senza sponsor, quel record passa quasi inosservato. È un po’ quello che è successo al Trofeo Kima quest’anno, tra le più dure e tecniche skyrace del mondo, dove lo scozzese Finlay Wild ha vinto battendo il precedente record di Kilian Jornet.
Eppure l'atleta non è uno qualsiasi, visto che aveva vinto nella gara valtellinese anche nel 2022, oltre a 12 trionfi nella superclassica Ben Nevis Race (forse la più antica gara di trail del mondo, nata nel 1895), e non è nemmeno un personaggio banale, essendo artista e impegnato per cause ambientali.