Ha suscitato curiosità l’annuncio di un paio di settimane fa da parte di Kilian Jornet, alla ricerca di un pacer per l’ultima parte della Western States, la più importante 100 miglia americana.
Per chi conosce il panorama delle gare oltreoceano, la presenza dei pacer è una componente culturale radicata e quasi imprescindibile. Al contrario, in Europa e in Italia sono pochissimi gli eventi che prevedono ufficialmente il loro impiego.
Il ruolo del pacer nell'ultratrail
Chi è un pacer? Cosa fa? A cosa serve davvero?
Il pacer è una figura di supporto che accompagna un atleta lungo l’ultima parte di una gara ultra trail. A differenza di quanto si potrebbe pensare, il suo compito principale non è quello di “tirare” l’atleta impostando un passo più veloce. Anzi, è raro vedere un pacer correre davanti, più spesso rimane al fianco del corridore, offrendogli sostegno psicologico nei momenti più duri della gara.
Oltre all’aspetto motivazionale, il pacer rappresenta un punto di riferimento importante anche in termini di sicurezza. In gare con condizioni climatiche estreme – come la Western States, che si corre in un ambiente torrido – avere al fianco qualcuno meno stanco può fare la differenza nel prendere decisioni cruciali in caso di problemi fisici o segnali di malessere. Lo stesso vale per gare in alta montagna, dove i soccorsi possono tardare ad arrivare o essere logisticamente complicati.
Supporto pratico, ma con regole chiare
Un’altra funzione del pacer è quella di fornire assistenza pratica agli atleti, ad esempio aiutandoli a riempire le borracce nei punti di ristoro (aid stations). Tuttavia, è importante sapere che nella maggior parte delle gare è vietato trasportare cibo o acqua da consegnare all’atleta (pratica nota come muling), considerata scorretta e sanzionabile.
Il pacer è ufficialmente registrato alla gara, anche se non partecipa alla classifica. Indossa un pettorale specifico che gli consente di correre sul percorso e accedere ai ristori. Questo sistema riduce il rischio di accompagnatori non autorizzati e di conseguenti polemiche, come talvolta accaduto in alcune competizioni europee. In caso di ritiro dell’atleta, il pacer deve ovviamente fermarsi con lui. Tuttavia, in alcune gare – come appunto la Western States – è possibile che il pacer continui accompagnando un altro atleta che ne abbia bisogno.
Pacer, perché in Europa si usano meno?
Nel contesto europeo, la figura del pacer fatica a trovare spazio. Le ragioni sono sia culturali che organizzative. In Europa, l’enfasi sulla sicurezza si basa su altri elementi: l’obbligo di materiale tecnico, la presenza capillare di personale medico e di soccorso (come il soccorso alpino), e standard organizzativi generalmente più elevati rispetto ad alcune gare statunitensi.
Anche dal punto di vista culturale, l’introduzione di una figura “esterna” in gara è vista con maggiore scetticismo. Non a caso, sono pochissime le gare europee che permettono l’uso di pacer. Tra queste, si possono citare la UTLAC da 250 km sul Lago di Como, e la Swiss Alps Endurance Run da 160 km in Svizzera.