È una disputa che va avanti da circa un secolo e mezzo e ancora oggi non pare essere risolta. Stiamo parlando della paternità della cima del Monte Bianco, la più alta d’Europa con i suoi 4.806 metri, che i francesi reputano tutta loro, mentre per l’Italia non è così.

E allora cerchiamo di fare chiarezza e capire se sulla vetta può sventolare anche la barriera italiana o solamente quella dei cugini transalpini.

Quando è nata la diatriba sulla vetta del Monte Bianco

Come accennato la diatriba sulla vetta del Monte Bianco è di lunghissima data, precisamente si parte dal 1860 con il Trattato di Torino, in cui l’Italia cedette a Nizza, la Savoia e metà del Monte Bianco ai francesi. Esattamente come il Cervino per Italia e Svizzera o l'Everest per Nepal e Cina, il Monte Bianco doveva essere considerato il confine naturale con la Francia, dividendo perfettamente a metà la vetta. Due anni dopo però il capitano Jean-Joseph Mieulet, incaricato dallo Stato Maggiore della Francia di realizzare una nuova mappa, prese a cuore il suo lavoro e sfruttando la mancanza di topografi altrettanto abili nel Regno d’Italia, la redisse inserendo l’intera vetta sul territorio transalpino.

Immediati furono i dubbi da parte delle autorità italiane, che rivendicarono come il confine naturale doveva essere la cresta della montagna e a più riprese le mappe francesi sono state contestate. Ma una soluzione definitiva non è mai stata ufficializzata nonostante gli accordi internazionali.

La diatriba sulla vetta del Monte Bianco prosegue negli anni

Nel corso degli anni nessuno volle fare un passo indietro e le polemiche proseguono inasprendosi ciclicamente. Ad esempio ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, le mappe dell’Istituto Geografico Nazionale Italiano, continuavano a indicare il Monte Bianco come spartiacque tra le due nazioni e nelle nostre scuole si studiava che l’Italia si ferma a 4810 metri (vetta del Monte Bianco), e non ai 4775 metri del Bianco di Courmayeur. Di contro le cartine geografiche dell’Institut Géographique National, un ente civile, riportavano il confine disegnato dal capitano Mieulet.

Anche più recentemente il dibattito è proseguito con posizioni che non vogliono essere ammorbidite. Nel 1988, però, per la prima volta in un incontro con i rappresentanti dei due ministeri degli Esteri si cerca un dialogo sulla proprietà del Monte Bianco e negli anni seguenti una serie di incidenti che hanno riguardato alcuni alpinisti sono arrivati anche in Parlamento sotto forma di interrogazione.

Anche pochi anni fa si è tornati a discutere se la bandiera italiana può svettare

Arrivando ai giorni nostri, la situazione è tornata a scaldarsi nel 2020 quando alcuni Comuni francesi hanno intrapreso iniziative unilaterali per gestire le risorse naturali della zona, tra cui una parte della vetta dove vige la protezione delle aree sotto la giurisdizione francese.

L’Italia ha contestato ufficialmente la legittimità di queste iniziative perché, a suo dire, avrebbero violati gli accordi storici e il trattato con cui si stabiliva che il territorio andava gestito in maniera condivisa. Una protesta sollevata anche davanti alla Commissione europea. A rafforzare la tesi italiana ci è anche una recente mappa redatta dalla Nato che pare darci ragione, ma nessuno dei due paesi ne ha mai ufficialmente riconosciuto la validità.

mont blanc in the french alpspinterest
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Perché è così importante capire se la vetta del Monte Bianco è anche italiana

Questa diatriba non ha solamente un valore simbolico, ma va a influenzare tutta una serie di situazioni come la gestione delle risorse naturali, il turismo e le regole sulla sicurezza in alta montagna. Se non si trova un accordo definitivo sulla gestione della vetta, queste situazioni potrebbero non avere certezze e questo potrebbe comportare complicazioni in eventuali emergenze.

Insomma la Francia continua a rivendicare la sua totale sovranità, mentre l’Italia il diritto a far svettare la sua bandiera perché la vetta è equamente divisa tra le due nazioni. E nemmeno la comunità internazionale fino a oggi è riuscita a mettere d’accordo i due Paesi. Per fortuna che tutte queste polemiche non intaccano la meraviglia della montagna più alta d’Europa.