Siamo abituati a pensare al trekking come un'escursione in mezzo al verde o al massimo infilandosi in qualche piccola grotta che si trova sul percorso, ma questa volta ti proponiamo qualcosa di davvero originale. Si può percorrerlo a piedi o in mountainbike ed è caratterizzato da ben 52 gallerie.
Ecco dove si trova il percorso di trekking attraversato da 52 gallerie
Questo percorso non a caso è denominato Strada delle 52 gallerie ed è un sentiero che se ami il trekking devi assolutamente provare perché è spettacolare. Si trova in montagna, e non poteva essere altrimenti. Se vuoi percorrerlo devi andare sul Monte Pasubio, al confine tra la provincia di Vicenza e di Trento.
La sua difficoltà è considerata di livello E ed è in sentiero ad anello lungo circa 6 chilometri e mezzo. Si parte, infatti, dal Passo Xomo a 1.058 metri d’altezza e si ritorna nello stesso punto. Per percorrerlo si deve mettere in preventivo dalle tre alle quattro ore, il tempo per raggiungere il Rifugio Achille Papa dove ci si può rifocillare e riposare in vista della discesa.
Proprio a causa delle numerose gallerie è indispensabile munirsi di torcia elettrica e assicurati che le pile siano cariche: rimanere all’interno di una di queste al buio non è una bella esperienza. Il percorso è largo e la salita anche se non risulta faticosa è costante. È consigliato di dotarsi di scarponi con una buona suola perché il fondo è roccioso e in certi punti scivoloso.
Fare trekking nella Strada delle 52 gallerie per conoscere anche la storia della Prima Guerra Mondiale
La Strada delle 52 gallerie è una mulattiera che fu costruita durante la Prima Guerra Mondiale. Percorrendola non vivrai solamente una meravigliosa esperienza immerso nella natura e in queste gallerie tutte numerate dalla diversa lunghezza, ma sarà anche l’occasione per conoscere anche la sua storia.
A costruirla fu la 33esima Compagnia Minatori del Quinto Reggimento Genio che ci impiegò solamente otto mesi ed è considerata un capolavoro di ingegneria militare. Veniva usata per permettere alle truppe italiane di comunicare e al tempo stesso di rifornire la linea difensiva che si era piazzata sul Monte Pasubio, avamposto strategico per impedire all’esercito austriaco di avanzare.