Compiere escursioni in montagna richiede una buona preparazione fisica, indumenti e scarponi adatti, conoscenza dei luoghi, esperienza e anche sapere che all’occorrenza esiste un bivacco dove potersi appoggiare.
Già, perché pensare di fare trekking in certi luoghi senza sapere della presenza di un punto d’appoggio qualora, per qualsiasi motivo, ci sia bisogno di una pausa può risultare un azzardo. E allora ti suggeriamo cinque bivacchi sulle Alpi che meritano di essere conosciuti.
Cinque bivacchi sulle Alpi, partiamo dal Fanton
Quando si compie un trekking va sempre ricordato che i bivacchi non vanno confusi con i classici rifugi di montagna. Il bivacco, infatti, è una struttura più piccola, quasi sempre una sola stanza, con un tavolo, alcune sedie e dei letti ed è considerato un ricovero d’emergenza. Spesso sono sprovvisti dei servizi igienici, non sono custoditi e non hanno un personale di supporto. Il rifugio, invece, è un riparo temporaneo per escursionisti e alpinisti. È formato spesso da più stanze ed è dotato di servizi igienici. Permette di alloggiare, ha una ristorazione classica e quasi sempre il gestore può fornire assistenza. Tuttavia i bivacchi sono sempre più innovativi e curati sia dal punto di vista del design che della sostenibilità.
Come ad esempio il bivacco Fanton, sulle Dolomiti, in provincia di Belluno. Questa struttura è considerata un simbolo dell’escursionismo alpino ed è costruito con acciaio e materiali isolanti che resistono alle intemperie del maltempo. Ha nove posti letti e una forma futurista al punto che chi lo raggiunge parla di un’astronave nel bel mezzo delle Dolomiti.
Ecco altri quattro bivacchi sulle Alpi da conoscere
Sul Monte Bianco, in Val Ferret, sa 2.835 metri di altezza si trova invece il bivacco Gervasutti con 12 posti letto, un cucinino elettrico e perfino un computer di bordo connesso a internet che sostituisce il classico libro delle firme. Da qui si può dare il via a una serie di escursioni meravigliose, ma che richiedono massima preparazione. Il bivacco Gervasutti nel corso degli anni ha subito alcune modifiche, fino al 2011 quando è stata realizzata una nuova struttura in metallo dalla forma avveniristica.
Sul Monte Rosa, a 3.600 metri di altezza, c’è invece il bivacco Mamo Comotti, inaugurato dieci anni fa. A costruirli gli amici di Massimo “Mamo” Comotti, architetto milanese grande appassionato di montagna che perse la vita a soli 44 anni a seguito di una valanga. Qui troverai un impianto fotovoltaico per l’illuminazione sia interna che esterna, sei posti letti e un cucinotto.
Tra la Slovenia e l’Italia, sulle Alpi Giulie, c’è invece la Kanin Winter Cabin, un prefabbricato trasportato in elicottero nel 2016 e appoggiato per una piccola parte sulla roccia, mentre il resto della struttura è sospeso nel vuoto e retto da cavi. Ci sono tre ripiani come letto e può ospitare nove persone. Da segnalare un’ampia vetrata che regala un paesaggio mozzafiato. Infine, sempre sulle Alpi Giulie, ma in Slovenia ti segnaliamo a 2.000 metri il moderno Bivak na Prehodavcih, un bunker della Prima Guerra Mondiale che all’esterno appare come una struttura metallica, mentre all’interno troverai solo legno.