Percorrere l’Alta Via 5 è, in un certo senso, anche un modo per accostarsi al suo mondo interiore, seguendo i sentieri che un tempo furono vie di collegamento fra valli, pascoli e paesi oggi carichi di memoria.

Alta Via 5 non è, infatti, solo una traversata montana. È un’ occasione per guardare con occhi nuovi un paesaggio che ha saputo ispirare uno dei più grandi pittori della storia, uno dei territori più poetici e meno contaminati delle Dolomiti.


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L’itinerario da Sesto a Pieve di Cadore

L’Alta Via 5 ha inizio presso Sesto, nel cuore della Val Pusteria, ai piedi delle celebri Tre Cime di Lavaredo. Da qui si sviluppa verso sud in direzione di Pieve di Cadore, attraversando alcuni tra i gruppi montuosi più suggestivi delle Dolomiti: i Cadini di Misurina, le Marmarole, le Dolomiti di Sesto.

Dopo aver superato il Rifugio Zsigmondy-Comici, si sale verso il Passo Giralba per entrare nel cuore più selvaggio dell’itinerario. I tratti centrali della via, che toccano rifugi come il Carducci e il Ciareido, si distinguono per il carattere più solitario e contemplativo rispetto ad altre Alte Vie: qui è raro incontrare folle di escursionisti, e il passo può farsi più riflessivo, quasi introspettivo.

Le tappe si susseguono con un ritmo armonioso, passando per forcelle, altopiani e tratti attrezzati di moderata difficoltà, sino ad arrivare alle Marmarole, uno dei gruppi più severi e meno antropizzati delle Dolomiti. L’ingresso nella conca del Cadore avviene in un crescendo di emozioni, culminando nell’arrivo a Pieve, da cui lo sguardo può finalmente abbracciare l’intera valle che accolse i primi anni del giovane Tiziano.

Questo itinerario è solitamente completato in 7-8 giorni, a seconda della preparazione e del desiderio di soffermarsi su alcuni tratti particolarmente suggestivi. Sebbene presenti alcune difficoltà alpinistiche (soprattutto nei pressi delle Marmarole), è accessibile a chi possiede buona esperienza escursionistica e passo sicuro in montagna.

Tiziano. Il genio e il potere

Tiziano. Il genio e il potere
Credit: courtesy photo
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Paesaggi e cultura lungo la via

Le prime giornate sono dominate dalle verticalità delle Dolomiti di Sesto, dove le luci dell’alba tingono le pareti di sfumature rosate. Poi, via via che ci si sposta a sud, il paesaggio si fa più roccioso e selvaggio.

Ma non è solo la natura a parlare. Questo cammino, si ribadisce, è anche un ponte tra storie, lingue e culture. Dalla parlata ladina della Val Pusteria si giunge al Cadore veneto, dove il dialetto profuma di legna e di vecchi mestieri. I rifugi che punteggiano il percorso sono custodi di racconti locali, di leggende di pastori e di memorie legate alla Grande Guerra, le cui tracce ancora affiorano in gallerie, trincee e vecchi camminamenti militari.

E poi c’è Tiziano; è impossibile non sentire la sua presenza nella luce che filtra tra le nubi, nei contrasti netti tra ombra e chiarore, nella potenza espressiva delle montagne. I toni dorati delle sue pale d’altare, la profondità degli incarnati, l’intensità dei rossi e dei blu: tutto sembra avere un legame segreto con il paesaggio dolomitico. E l’arrivo a Pieve di Cadore, con la sua casa-museo affacciata sulla valle, offre un’occasione preziosa per chiudere il viaggio con un’intima contemplazione del legame tra arte e natura.

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Consigli pratici e varianti

Per affrontare l’Alta Via 5, è bene partire preparati: si tratta di un percorso escursionistico di media-alta difficoltà, con dislivelli importanti e alcuni tratti esposti, che possono richiedere l’uso dell’imbrago o di set da ferrata, specie nelle zone delle Marmarole. L’equipaggiamento deve essere adatto a condizioni variabili: anche in estate il tempo può mutare rapidamente, e non sono rari i temporali pomeridiani.

Il periodo consigliato va da fine giugno a inizio settembre, quando i rifugi sono aperti e le condizioni dei sentieri risultano generalmente buone. È utile prenotare con anticipo i pernottamenti, soprattutto nei rifugi più piccoli o nelle tappe centrali, dove l’accoglienza è più spartana ma genuina.

L’itinerario classico può essere adattato a seconda delle esigenze. Chi desidera un’esperienza più breve può percorrere solo il tratto da Sesto a Auronzo di Cadore, magari includendo una deviazione ai Cadini di Misurina. Al contrario, chi cerca maggiore isolamento può avventurarsi in alcune varianti più selvagge attraverso le Marmarole orientali, oppure allungare il percorso includendo la salita a qualche vetta panoramica come il Monte Giralba o il Cimon del Froppa.

Per il ritorno da Pieve di Cadore, esistono comodi collegamenti con mezzi pubblici verso la Val Pusteria, anche se a volte può essere necessario prevedere una navetta o un recupero privato. In alternativa, alcuni escursionisti scelgono di combinare Alta Via 5 e Alta Via 4 in un grande anello di due settimane, per un’immersione ancor più completa nel cuore delle Dolomiti.


Articolo scritto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione