Non è facile arrivare alle Olimpiadi, ma per gli atleti rifugiati qualificarsi per il famoso evento internazionale è ancora più difficile. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) applica protocolli rigorosi su chi può entrare a far parte della Squadra Olimpica dei Rifugiati.
"The Right To Race", un documentario di 30 minuti pubblicato in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, racconta la storia della corsa del campione della Diamond League 2022 Dominic Lobalu per rntyrare a far parte dell'elite mondiale.
Nella sua breve carriera, Lobalu, 24 anni, è diventato rapidamente uno degli atleti endurace più veloci al mondo. Nato in Sudan nel 1998, il corridore è rimasto orfano a soli nove anni. Nel 2017 è fuggito dal suo Paese per unirsi all'Athlete Refugee Team di Nairobi, in Kenya, prima di chiedere asilo in Svizzera nel 2019.
Il film "The Right To Race" - realizzato dal brand svizzero di abbigliamento sportivo On Running, scritto e diretto dal pluripremiato regista Richard Bullock - racconta l'ascesa di Lobalu sulla scena mondiale della corsa.
Il film mostra il rapporto di Lobalu con l'allenatore svizzero Markus Hagmann. I due si sono incontrati subito dopo che l'atleta è arrivato in Svizzera come profugo e sono diventati rapidamente una famiglia. "Il suo inglese non era molto buono, il suo tedesco era a zero, quindi abbiamo cercato di andare d'accordo", racconta Hagmann nel documentario. "La corsa è come una lingua internazionale. Non devi parlare, devi correre. Così l'ho lasciato correre". Secondo Hagmann, sono bastati 100 metri per capire che Lobalu aveva un dono per questo sport.
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Dopo aver allenato Lobalu per alcune settimane, l'allenatore Hagmann ha iscritto il mezzofondista a una "piccola gara" in cui Lobalu ha battuto il record del percorso di un minuto tondo, "correndo con i suoi normali pantaloncini e con delle scarpe che non avevo mai visto prima", racconta Hagmann. Da lì, la carriera atletica di Lobalu è decollata. Ha spodestato alcuni dei migliori atleti del mondo dai loro posti al vertice, tra cui la medaglia di bronzo olimpica ugandese Jacob Kiplimo.
Nel corso del film, Lobalu e Hagmann riflettono sulla difficoltà di accedere alle Olimpiadi come atleti rifugiati. La Federazione svizzera di atletica ha chiesto al World Athletics Nationality Review Panel di concedere a Lobalu un posto nella squadra dei rifugiati, che gli consentirebbe di gareggiare per la Svizzera ai Campionati mondiali del 2023 a Budapest e alle Olimpiadi del 2024 a Parigi.
"Il mio sogno è partecipare alle Olimpiadi. È questo il mio sogno su cui mi concentro", dice Lobalu nel documentario. "Non importa quando, ma cercherò di fare del mio meglio per arrivarci e anche per mandare il messaggio agli altri rifugiati che tutto è possibile".
Il cortometraggio "The Right to Race" può essere visto qui. Il trailer è visibile qui sopra.
Cronista da 30 anni per il quotidiano milanese Il Giorno, eternamente a caccia dei fatti della vita da raccontare. Appassionato di corsa fin da quando, a 15 anni, ho messo piede per la prima volta su una pista d'atletica leggera. Negli anni il lavoro di giornalista mi ha portato lontano dalle piste di atletica, ma non mi ha impedito di diventare istruttore Fidal. Curioso e amante delle avventure, ho sempre vissuto lo sport come passione prima ancora che come competizione. E lo sport, mi ha ripagato permettendomi di vivere esperienze bellissime: il 12 febbraio del 1993 sono stato il primo ciclista a raggiungere Capo Nord in bicicletta in inverno; dal 2009, grazie ai miei maestri Vittorio Nava e Marco Marchei, ho avuto l'opportunità di vivere la corsa anche per professione oltre che per passione, viaggiando per raccontare il mondo del running sulle pagine della rivista che più di ogni altra è ambasciatrice della corsa nel mondo: Runnner's World. Ho vissuto storie incredibili e studiato a tutto tondo il mondo delle scarpe da running. Oggi ho l'onore di dirigere il Magazine Runner's World e di lavorare fianco a fianco con esperti e colleghi incredibili.
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