Veloci senza essere sprinter. Resistenti senza essere maratoneti. Gli 800 metri sono (semicitando Vasco Rossi) "tutto un equilibrio… sopra la corsia". Due giri di pista che si possono affrontare partendo forte fino a schiantare, o al piccolo trotto prima di una pazza e imprevedibile volata.

In questo vortice di sorprese e incertezze ama girare Francesco Pernici, 20 anni, bresciano della Valle Camonica, una delle grandi speranze italiane del mezzofondo veloce.
Per lui sta arrivando il primo, grande test: i Campionati Europei under 23 di Espoo. In Finlandia Pernici si presenta con il quarto tempo tra gli iscritti (1’45”48), l’uomo da battere è il francese Yanis Meziane (1’44”78). Il primo turno sarà venerdì 14 luglio, la finale domenica. Dopo la vittoria nel Meeting Città di Nembro a suon di primato personale ha detto chiaramente di puntare alla vittoria. Sarà lui l’erede di Simone Barontini, campione due anni fa a Tallin?

Insieme a Catalin Tecuceanu, con Francesco Pernici si completa un terzetto di belle speranze, che potremo forse vedere già in azione ai prossimi Campionati Mondiali di Budapest (19-27 agosto). A 50 anni esatti dal leggendario record mondiale (e ancora italiano) di Marcello Fiasconaro datato 1973 (1’43”7), la specialità ha bisogno di un rilancio. Siete pronti a scommettere su Francesco Pernici?

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Francesco Pernici

Francesco Pernici, l'intervista

Francesco, come ti sei avvicinato all’atletica leggera?
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Ho iniziato da piccolino, dalla categoria Esordienti. È stato mio nonno a farmi provare, perché già mia mamma Valentina era stata un’atleta, velocista nei 400 metri. Ho iniziato nell’Atletica Vallecamonica a Breno, sotto la guida di Innocente Agostini".

Hai iniziato a farti notare nella categoria Allievi (under 18), vincendo i Campionati italiani indoor. Come sei arrivato ai primi successi?
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Ho cambiato società passando alla Free-Zone di Brescia e sotto la guida di Dalmazio Bersini. Tutto è partito dalla curiosità di sapere cosa si prova a vincere un titolo italiano. Con impegno e costanza è arrivato il primo successo negli 800 metri agli Italiani indoor Allievi del 2020. Da lì ho iniziato a sognare un passo alla volta".

Prima però di arrivare al tempo corso a Nembro, hai conquistato altri sette titoli italiani giovanili negli 800 metri. L’anno scorso, da under 20, sono anche arrivate le migliori prestazioni italiane nei 500 metri (1’01”76), nei 600 metri (1’17”36) e soprattutto il record italiano degli 800 metri (1’46”87), migliorato dopo 31 anni. Quale tra questi risultati ti ha fatto “svoltare”?
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Per me tutti i titoli italiani che ho vinto sono importanti. Quello che però mi ha dato una nuova consapevolezza è stato battere il record italiano juniores. Sapere di avere dietro gente come Benedetti o Sabia mi ha fatto pensare che potrei arrivare anch’io a fare cose come loro, o a superare Fiasconaro".

Quindi ora il prossimo obiettivo è battere il record di Marcello Fiasconaro?
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Senza fretta e senza rincorrere. Anche il miglioramento di quest’anno è arrivato solo quando ho pensato a vincere e a correre forte, non quando pensavo al tempo. Quest’anno gli obiettivi sono i Campionati Italiani e gli Europei under 23. Poi il resto sarà una conseguenza. Farò parlare il duro lavoro. Correre ai Mondiali di Budapest sarebbe una bellissima esperienza, utile per andare forte. Scendere sotto l’1’45 sarebbe un bel trampolino per la stagione 2024, dove ci sono due appuntamenti speciali: gli Europei di Roma e le Olimpiadi di Parigi".

Visto che hai citato Fiasconaro, tu come lui sei un 800ista che guarda più ai 400 metri che ai 1500.
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Sono un 800ista con una base veloce, l’obiettivo di quest’anno è correre in meno di 47 secondi (47”25 pb). Tutto è focalizzato sugli 800. Mi alleno a Brescia e a Breno sette giorni la settimana, senza doppiare, per ora".

Quest’anno a Rodengo Saiano sugli 800 metri hai battuto Pietro Arese, che ora è il secondo italiano all time nei 1500 metri con 3'33"56. Soddisfatto?
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Quando l’ho battuto mi sono detto: allora sono forte negli 800! Quella è stata una bella gara con ottime sensazioni. Bisogna imparare a fare anche le gare tattiche. Qui conta molto l’istinto, e se ci si gioca qualcosa di importante bisogna rischiare e buttarsi. Quando è ora di partire, bisogna farlo. L’ho imparato perdendo tante gare".

Chi sono gli atleti che più ti ispirano?
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Il mio idolo è Jakob Ingrebigtsen. È un riferimento perché è un ragazzo giovane e talentuoso, ha già vinto le Olimpiadi. Sognare non costa niente. Negli 800 metri guardo invece a Catalin Tecuceanu, lui è un riferimento da raggiungere e da battere".