È stato più difficile laurearsi in Scienze Geologiche o vincere il bronzo ai Mondiali di corsa in montagna e trail? Se lo chiedi ad Axelle Vicari probabilmente nessuna delle due cose. Nonostante i ventidue anni, Axelle ha già raggiunto entrambi i traguardi: prima, nel 2022, con la medaglia ai Mondiali Junior nella prova Up&Down, poi, nel 2024, portando a termine con successo la laurea triennale… niente male!
Ma Axelle brucia le tappe e stagione dopo stagione sta consolidando il suo status all’interno dell’adrenalinico panorama italiano della corsa off-road. Atleta del team ASICS e tesserata per l’Orecchiella Garfagnana, poche settimane fa dalla “sua” Valle d’Aosta si è spostata al di là del Monte Bianco, precisamente a Chamonix dove è stata la prima under 23 alla Marathon du Mont Blanc 23K.
Axelle Vicari tra i Mondiali e la laurea in geologia
Ciao Axelle, com’è nata in te la passione per il trail running? Crescere in Valle d’Aosta è stato d’aiuto?
“La corsa e il trail fanno parte di me fin da quando ero piccola. E vivere in Valle d’Aosta ha amplificato il tutto. Da bambina mi sono appassionata alla montagna: dapprima facendo delle escursioni ogni weekend, poi facendo sci di fondo e correndo”.
Da qui a conquistare una medaglia ai Mondiali, il passo non dev’essere stato immediato…
“All’inizio mi allenavo senza un preciso obiettivo, poi nel 2019 una mia compagna mi ha proposto di partecipare ai Campionati italiani di corsa in montagna a coppie. Siamo arrivate terze, è stata la scintilla che mi ha spinto a proseguire. Dopo quel risultato, ho ottenuto la terza piazza anche nella gara individuale e mi sono guadagnata il posto per i Mondiali under 18”.
Proprio ai Mondiali si può legare il tuo ricordo sportivo più bello?
“Sicuramente! È stato un risultato inatteso ma sperato. Correre in Thailandia in sentieri che qui non definiremmo tali, in un’atmosfera diversa da quella a cui siamo abituati ha reso ancora più magica l’esperienza. Una medaglia ai mondiali non si dimentica”.
Sei fortissima in montagna, ma non tralasci nemmeno la corsa su strada. Come riesci ad abbinarle?
“La strada e la pianura solo la base per chi fa trail, non si abbandonano mai del tutto l’asfalto e la pista. Correre su strada mi permette di avere la forza e la velocità per cambiare ritmo sui sentieri quando serve. Dopo l’estate mi piacerebbe preparare alcune gare su strada, se tutto va bene vorrei partecipare agli italiani di mezza maratona”.
Ma sappiamo che tu, oltre alla corsa, da anni sei protagonista del panorama nazionale anche nello sci di fondo, dove hai vinto alcuni titoli italiani nel Winter Duathlon. La tua è una multidisciplinarietà davvero notevole.
“Da un paio d’anni alterno corsa in estate e sci di fondo in inverno. Dallo scorso inverno ho aggiunto anche lo sci alpinismo, credo siano entrambi due ottimi allenamenti per chi fa trail. Io poi sono fortunata, dalle mie parti nella stagione fredda è difficile trovare strade non innevate. Il segreto è poi trasformare tutto questo lavoro quando si avvicinano le gare”.
Hai una gara che sogni di correre prima o poi nella tua vita?
“Me ne vengono in mente due, ma sono di un futuro un po’ lontano. Mi piacerebbe partecipare sia alla Sierre-Zinal che alla Zegama-Aizkorri, due competizioni leggendarie che penso possano essere nelle mie corde anche come percorso”.
Passando ora alla sfera più tecnica, quale caratteristiche dovrebbe avere la tua scarpa da trail running ideale?
“Bella domanda: in primis, deve essere comoda, quasi una pantofola, io ho i piedi molto sensibili. Poi, correndo sui sentieri, deve essere leggera, ma protettiva, senza dimenticare la componente reattiva, un elemento importante in gara – tutte caratteristiche che ritrovo nei prodotti che utilizzo tutti i giorni”.
Dottoressa in Scienze Geologiche e campionessa di trail running, come sei riuscita ad abbinare questi due aspetti apparentemente lontani? Essendo atleta ASICS (ndr. acronimo di Anima Sana In Corpore Sano), quanto è importante per te vivere lo sport in maniera sostenibile sia per il corpo sia per la mente?
“Vivere lo sport in modo sano non è facile, gestire tutto (anche gli infortuni) non è semplice, ma sapere di avere vicino la mia famiglia e il mio allenatore dà una grossa mano. Ho passato mesi a studiare, lavorare e allenarmi, il segreto è focalizzarsi su cosa si sta facendo in un determinato momento. Sogno di diventare un’atleta professionista, ma adesso sto studiando per una seconda laurea in Scienze Motorie. Mi piacerebbe abbinare la corsa al lavoro… la geologia per ora l’ho accantonata”.