Cosa serve per essere un fenomeno mondiale fin dalla tenera età? Se pensiamo ad atleti come Mattia Furlani o Larissa Iapichino, cos’hanno di speciale? Prima di tutto, i geni. Entrambi sono figli di atleti. Per Mattia, papà Marcello saltava in alto 2.27, mamma Khaty Seck era una velocista. Per Larissa, mamma Fiona saltava così lontano da vincere due titoli mondiali e due argenti olimpici nel lungo, mentre papà Gianni si divideva tra salto con l’asta (5.70) e salto in lungo (7.95).

I geni però non bastano. Per loro i rapporti parentali arrivano fin dentro la pista, visto che entrambi sono allenati dai genitori: Furlani da mamma Khaty, Larissa da papà Gianni. Eh sì, il proverbiale italico attaccamento materno (o paterno) è parte integrante dell’atletica azzurra, e vedendo gli ultimi risultati arrivati ai mondiali indoor di Glasgow (Furlani su tutti) sembra un modello vincente.


Rimani aggiornato sul mondo della corsa ISCRIVITI alla NEWSLETTER di RUNNER'S WORLD


Genitori allenatori

Non solo i due campioni del salto in lungo beneficiano del contributo tecnico dei genitori. Mattia e Larissa sono in buona compagnia. Filippo Tortu si affida da sempre a papà Salvino. Fin dai primi successi a 15 anni (il Campionato Italiano Cadetti negli 80 metri) l’ex primatista dei 100 metri è sempre stato seguito dal padre, ex velocista, condividendo gli allenamenti anche con il fratello Giacomo (ex azzurrino).

tortupinterest
archivio Colombo/Fidal
Filippo Tortu allenato da papà Salvino

Il primato di 9”99, quello del primo italiano sotto i 10 secondi nei 100 metri (Madrid 2018) resta fin qui il capolavoro della famiglia Tortu, insieme all’oro olimpico nella 4x100. Ora i due sono al lavoro per conquistare i 200 metri agli Europei di Roma del prossimo giugno.

È già terminato invece il rapporto con il padre Marco per Gianmarco Tamberi. Sotto la guida del papà ex saltatore in alto come lui (finalista olimpico a Mosca), Tamberi ha vinto Olimpiadi ed Europei. La tribolata collaborazione si è bruscamente conclusa l’anno scorso, ma ciò non ha impedito a Gimbo di conquistare il titolo Mondiale a Budapest, stavolta sotto la guida dell’ex saltatore Giulio Ciotti.

Pista, pedana e strada: gli esempi si moltiplicano

Nella corsa lunga, c’è Nadia Battocletti a portare avanti i geni e la passione di famiglia. La trentina, argento agli ultimi Europei di cross, finalista a Tokyo e agli ultimi mondiali nei 5000, è seguita da sempre da papà Giuliano. Ottimo corridore, Giuliano spaziava dai 5000 (13’20”88) alla maratona (2h11’59”), quattro titoli italiani e campione europeo di cross a squadre, mentre mamma Jawhara Saddougui correva gli 800 metri.

2023 spar european cross country championships, nadia battocletti ita second place in the senior race 10122023 bruxelles bel foto francesca granafidalpinterest
Fidal Grana/Fidal

Sempre nella corsa, altra figlia d’arte è Federica Del Buono. Papà Gianni negli anni ’70 è stato primatista italiano degli 800, 3000 e 5000 metri (due volte olimpico), mentre mamma Rossella Gramola era mezzofondista azzurra. Proprio mamma Rossella è stata per anni l’allenatrice della figlia, che dalla scorsa stagione è seguita però da Massimo Magnani.

Aurora Bado, uno dei prospetti più interessanti in chiave maratona (2h36’10” a Francoforte), è figlia di Ornella Ferrara, bronzo ai Mondiali di Goteborg nel 1995, vincitrice a Venezia e Roma, mentre papà Corrado correva i 42 km in 2h19’30”. Menzioniamo anche lo zio Eugenio, azzurro agli Europei indoor di Genova nel 1992. Qui la famiglia si allarga ancor di più, visto che Aurora, da poco arruolata nel gruppo dei Carabinieri, è seguita dal fratello Riccardo. Una “coppia” tecnica davvero giovane: 21 anni Aurora, 25 Riccardo.

La campionessa italiana di salto triplo e in lungo Ottavia Cestonaro, finalista ai Mondiali di Budapest, è allenata da papà Sergio, mentre il velocista Lorenzo Benati (45”39 nei 400) è allenato dal papà Mario, già velocista professionista delle Fiamme Gialle. Lo stesso per la campionessa italiana di giavellotto Carolina Visca, allenata da papà Alberto, ex specialista di lancio del martello.

Cambio anche in casa Antonella Palmisano. La marciatrice campionessa olimpica di Tokyo, cresciuta sotto la guida di Patrizio Parcesepe, dallo scorso autunno ha cambiato tecnico. Ora si allena con il marito Lorenzo Dessi, ex marciatore azzurro, con cui è sposata dal 2018. Padre, marito o figlia, l’importante è che si resti in famiglia.