Bob Beamon nel 1968 è passato alla storia dell’atletica leggera grazie a un salto memorabile che ha impressionato gli spettatori di tutto il mondo.
Dietro lo sportivo, però, come spesso accade, c’è un uomo dal passato tutt’altro che semplice che, proprio grazie alla passione, riesce in un’impresa epocale.Non resta, dunque, che scoprire le origini di Bob Beamon, campione di salto in lungo, ripercorrendo la sua storia personale e professionale.
Bob Beamon: biografia
Robert Beamon, detto Bob, è nato il 29 agosto 1946 nel quartiere South Jamaica del distretto Queens di New York. Trascorre gli anni della sua infanzia con la nonna Bessie, alla quale viene affidato a soli otto mesi dopo la morte della madre a causa della tubercolosi e dell’abbandono da parte di un padre violento. La passione per lo sport, in particolare per il basket, lo accompagna sin da bambino.
È un adolescente quando si appassiona all’atletica leggera e inizia a mostrare un’innata propensione soprattutto per la disciplina del salto in lungo. Bob frequenta la Jamaica High School, dove l’allenatore Larry Ellis nota il suo talento e lo invita a far parte della squadra nazionale giovanile. Grazie allo sport, Bob impara molto presto a superare anche gli ostacoli e le sfide della vita quotidiana e ciò gli serve soprattutto per allontanarsi dal difficile contesto in cui cresce, ossia un quartiere tristemente noto per la microcriminalità e le frequenti risse tra gang all’ordine del giorno.
In breve tempo ottiene numerose soddisfazioni e, grazie alla vittoria di una borsa di studio, decide di trasferirsi in Texas, all’Università di El Paso, dopo aver affrontato anche la morte della nonna. Poco tempo dopo, Bob perde il beneficio ricevuto non partecipando a una gara come segno di protesta contro il razzismo, ma, fortunatamente, non smette di allenarsi.
La vita privata di Beamon
Bob Beamon si sposa per ben tre volte e da tali matrimoni nascono quattro figli. La sua prima moglie è Rhonda Beamon, che lo accompagna alle Olimpiadi del 1968 e con la quale ha due figli, Robert Jr. e Debra. La loro unione dura fino al 1976, quando Beamon si innamora di una modella svedese, Mia Sjöberg, che sposa l’anno successivo e da cui ha una figlia, Chiara.
Anche queste nozze non durano a lungo e il divorzio avviene nel 1981. Nel 1985, Beamon si risposa con la psicologa Milana Walter e da tale ultimo matrimonio nasce Matthew. Con Milana Beamon condivide la passione per l’arte e la beneficenza; infatti, crea la Bob Beamon Foundation, un’organizzazione che sostiene i giovani atleti e le persone bisognose.
Bob Beamon: medaglie
Il salto in lungo (a differenza del salto in alto in cui occorre superare un’asticella posta a una determinata altezza) consiste nel saltare il più lontano possibile da una pedana, dopo una rincorsa di almeno 40 metri. Viene misurato dalla pedana fino al primo segno di contatto con la sabbia della fossa di atterraggio e richiede velocità, forza, coordinazione e tecnica.
Sono proprio tali doti che, come anticipato, portano Beamon a distinguersi sin da giovane nelle competizioni scolastiche. Nel 1965 stabilisce il record nazionale liceale nel salto triplo e si classifica secondo nel salto in lungo. Nel 1967, invece, vince il titolo nazionale indoor nel salto in lungo e conquista la medaglia d’argento ai Giochi Panamericani di Winnipeg nella stessa specialità.
Tuttavia, Bob vince una sola medaglia olimpica, ma di un valore inestimabile. Si tratta dell’oro nel salto in lungo ai Giochi di Città del Messico del 1968, dove, come si vedrà, stabilisce il record mondiale.
I record di Beamon
L’impresa di Beamon del 1968 a Città del Messico è considerata molto più di una semplice prestazione sportiva; si tratta di una dimostrazione di talento unica, di una sfida che, per una serie di circostanze, sembrava impossibile. Bob in quel periodo attraversava un momento non semplice a livello personale, soffriva di insonnia ed era addirittura in dubbio sulla partecipazione alle Olimpiadi.
Il salto in lungo di Beamon, al primo tentativo, misura 8,90 metri, superando di 55 centimetri il precedente primato. È un gesto tecnico pressoché perfetto, un connubio di potenza e coordinazione evidente in tutte le sue fasi, dalla rincorsa all’atterraggio, passando per uno stacco prodigioso. In quel momento, però, non è stato possibile rilevare immediatamente il risultato ottenuto in quanto il misuratore ottico non bastava e si è dovuto ricorrere al metro a nastro.
Poco dopo, con l’annuncio del risultato, Beamon è incredulo così come tutto il pubblico. Nessuno riesce a eguagliare tale record per 23 anni, fino a quando Mike Powell lo supera di 5 centimetri ai Mondiali di Tokyo del 1991.
Ciò detto, il salto di Bob Beamon è ancora il record olimpico e la seconda miglior prestazione mondiale di tutti i tempi al punto che il suo nome rimane impresso nella storia dello sport come sinonimo di un’impresa eccezionale, unitamente a quello di altri atleti quali ad esempio Javier Sotomayor (detentore del record del mondo di salto in alto), Jonathan Edwards (detentore del record del mondo del salto triplo). Infine ricordiamo che nel nostro Paese Matteo Furlani detiene il record italiano di salto in lungo, avendo superato, nel 2022, Andrew Howe.
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