"Come dice Marco Olmo, uno degli ultramaratoneti più forti e famosi della storia, sono tre le gare della vita l’Ultra Trail du Mont-Blanc, le Grand Raid de la Rèunion e la Marathon des Sables. Io a queste aggiungo il Tor Des Gèants. Al di là di ciò, penso che la Marathon des Sables più che un trail sia una lezione di vita, correndola si torna alle origini dell’uomo".
Il 12 aprile andrà in scena la più celebre corsa nel deserto del pianeta, bastano queste parole di Corrado Ratti, ultra trailer comasco di 57 anni e leader de I Muscoli del Lario, per raccontare le emozioni e le sensazioni che suscita partecipare e correre nella famigerata “maratona delle sabbie”. Lui la gara l’ha portata a termine nel 2012 e quei ricordi, quelle emozioni provate nel deserto del Sahara, una duna dopo l’altra, non può dimenticarle.
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Cos'è la Marathon des Sables
La Marathon des Sables è un’ultramaratona da affrontare in quasi completa autosufficienza di circa 250km che, suddivisa su 6 tappe, si svolge nel Sahara marocchino. Nata dall’idea di Patrick Bauer che nel 1984 decise di attraversare a piedi e in solitaria il deserto, la Mds è ora giunta alla trentottesima edizione e partita come una gara per pochi atleti, adesso ai nastri di partenza vedrò, tra dal 12 al 22 aprile, quasi 1500 runner.
Uomo, corsa e natura. La Marathon des Sables riporta l’individuo indietro nel tempo, quasi a estraniarsi dal mondo e a sopravvivere con lo stretto necessario: "Più che una gara è una lezione di vita, nel deserto non c’è nulla ma al contempo ritrovi te stesso, la tua pace e la tua tranquillità – racconta Corrado Ratti -. È un’esperienza che a livello umano ti cambia e ti accresce anche nelle disavventure che possono presentarsi nella quotidianità".
Marathon des Sables, uomo e natura immersi nelle dune
Questi aspetti sono accentuati anche dalla tipologia di gara, dal luogo in cui la si corre e dalla modalità di autosufficienza in cui vi si partecipa, con lo zaino che diventa l’unica ancora di salvezza in mezzo al nulla: "Tu per una settimana devi vivere con il materiale che hai nello zaino ma, allo stesso tempo, lo zaino non deve essere troppo pesante per non affaticarti durante la corsa".
"Dentro devi avere una riserva alimentare, una bussola, un sacco a pelo, un coltello, una giacca e dell’acqua. Questa corsa è una scuola di vita, ti spalanca gli occhi e ti fa capire che per sopravvivere hai bisogno di poco".
Marathon des Sables, nel deserto ogni goccia d'acqua è vita
Dal caldo del giorno, al gelo della notte, anche dal punto di vista climatico è una gara a sé, molto differente da qualsiasi trail o ultratrail europeo: "Rispetto alla montagna, il deserto è diverso, il caldo non ti uccide come il freddo ma qui si passa da 50 a 0 gradi nel giro di poche ore. Se nel Sahara non bevi ogni 10 minuti non duri molto. Ho visto atleti più forti di me stramazzare al suolo perché disidratati". In tal senso, infatti, oltre allo zaino, anche l’acqua assume un valore inestimabile.
Essa, insieme alla tenda per dormire la notte, è l’unico “aiuto” offerto dall’organizzazione: "Ti vengono distribuiti un litro e mezzo ogni 10km e 3 litri al termine di ogni tappa da utilizzare per cucinare e lavarsi. Un’altra lezione è quella di non sprecare l’acqua, un bene troppo importante e spesso bistrattato".
cosa aspettarsi alla Marathon des Sables
Un percorso di 250km diviso su 6 tappe con la particolarità di un unico tappone a metà gara di 90km: "La giornata più lunga è magica, si corre anche di notte. Quando ho partecipato mi ricordo che da diverse miglia di distanza iniziai a vedere le luci dell’arrivo e pensavo di avercela già fatta, ma in realtà mi mancavano ore e ore – prosegue Corrado -. Camminando nel buio ti perdi nel cielo e nelle stelle, diventi un tutt’uno con la natura".
E dopo la fatica, arriva il meritato riposo, non in una camera di albergo, bensì in una tenda beduina con altri atleti che non si conoscono, coricandosi direttamente a contatto con il terreno: "Hai mai provato a dormire per terra? Ecco bisogna essere capaci anche a farlo, non è semplice. Qui anche quando non corri non esiste il relax, devi cucinarti qualcosa, provare a lavarti se ti avanza acqua, sistemarti i piedi stanchi dalla fatica... non si possono commettere errori, ma è una settimana unica".
Marathon des Sables, cosa e come mangiare
Nella “maratona delle sabbie” nulla va improvvisato e ovviamente in questo rientra l’aspetto nutritivo: "Anche in questo caso bisogna fare un compromesso tra cibo e peso dello zaino. Io ho mangiato cibi liofilizzati, barrette, cuscus e pezzi di grana. Ho visto compagni alimentarsi anche con pasta, frutta secca, datteri, carne in scatola e persino polenta. L’importante è accendere il tuo fuoco, cucinare e prepararti alla tappa seguente", conclude Corrado.
Una gara magica che riporta l’uomo alla genuinità del mondo antico, senza l’assillo del presente e nemmeno con le comodità dei giorni nostri. Esperienze uniche tra le dune, nella sabbia, passo dopo passo, inseguendo l’obiettivo. Non chiamatela Marathon des Sables, ma maratona dei sogni.