Atleta simbolo della 100km della Passatore nonché star del podismo, ’Re’ Giorgio Calcaterra, dopo quindici edizioni consecutive – 12 delle quali vinte di fila con tanto di record del percorso fissato in 6h25:46, due terzi e un settimo posto – sabato alla partenza del Passatore non ci sarà. O meglio, non ci sarà come concorrente...

In quanto vestirà i panni specialissimi di direttore di gara, prendendo il testimone di Pietro “Pirì” Crementi sulla jeep d’ordinanza che guiderà gli atleti. Noi di RW lo abbiamo sentito a poche ore dall’evento.


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Giorgio, innanzitutto perché la decisione di non correre il Passatore?

"Diciamo che nella prima parte della stagione mi sono gestito male, negli ultimi mesi avevo diversi pensieri in testa, preoccupazioni, poco tempo libero. Insomma un mix di elementi che mi hanno scoraggiato e portato a oggi senza una preparazione adeguata. Temevo di non godermi la 100k".

Perché il Passatore va innanzitutto goduto, giusto?

"È la cosa più importante, come il rispetto del proprio corpo. Anche se il Passatore lo si può correre anche senza una adeguata preparazione, ovviamente senza velleità di tempo".

Quindici edizioni, 12 vinte e il record che tiene ancora oggi. Cosa poteva pretendere di più da lei stesso?

"Sinceramente non so nemmeno io come ho fatto a fare quel record (sorride, ndr). Correre a 3 minuti e 51 secondi al chilometro per me oggi è impensabile. Diciamo che il mio obiettivo sarebbe stato concludere il Passatore in 7 ore, 7.15. Non ho mai cercato eccessi, ma ho sempre lavorato per preparami al meglio. Sia per il Passatore, sia per una mezza maratona".

Non ho mai cercato eccessi, ma ho sempre lavorato per preparami al meglio

In quanto tempo si prepara la Firenze-Faenza?

"Se non sei un neofita della corsa, anche in 3-4 mesi".

Veniamo al suo nuovo ruolo di direttore. Come si vedi in questa veste?

"Sono molto emozionato, il ruolo mi inorgoglisce e mi gratifica. Tutto questo perché non posso non pensare a chi mi ha preceduto, il mitico ’Pirì’ Crementi".

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Giorgio Calcaterra e ’Pirì’ Crementi

L’icona del Passatore ma anche un amico per lei...

"Di più. Lo vedevo sempre su quella macchina davanti a noi atleti parlare al microfono. Era il simbolo e i miei ricordi sono innumerevoli".

Ne condivida qualcuno...

"Gli piaceva farmi degli scherzi. Uno su tutti. In una edizione del Passatore, al novantesimo chilometri iniziò a dirmi che avevo il secondo ormai alle calcagna. Io aumentai arrivando poi primo. Ma...".

Ma?

"Aspettai al traguardo di vedere chi mi precedeva, il quale però non arrivava mai. Pirì, sorridendo, disse che mi aveva messo pressione solo perché voleva vedermi aumentare negli ultimi 10 chilometri".

Pirì, sorridendo, disse che mi aveva messo pressione solo perché voleva vedermi aumentare

Veniamo al percorso: quali sono i punti più critici del Passatore?

"Le due grandi salite: la Vetta Le Croci e il passo della Colla. Attenzione soprattutto alla prima dove farà molto caldo".

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Girgio Calcaterra alla partenza della 100km del Passatore

Quali consigli dà ’Re’ Giorgio ai partecipanti?

"Usare soprattutto la testa, capire come gestirsi, non pensare alle crisi che sicuramente arriveranno. Ascoltarsi, mai abbattersi alle prime difficoltà. Soprattutto pensare alla fortuna che si ha a partecipare al Passatore".

Dal Covid all’alluvione, il Passatore c’è sempre. Possiamo definire l’edizione della rinascita?

"Dopo la pandemia non è stato facile, poi l’ennesima batosta lo scorso anno con l’alluvione. Ma il Passatore vince sempre".

wings for life world run il campione del mondo in carica giorgio calcaterrapinterest
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Cosa c’è nel futuro di Calcaterra?

"Innanzitutto l’obiettivo è di tornare a sentire certe sensazioni positive. Non ho una gara specifica, ma lavorare soprattutto sulla testa e sullo stare bene".

Dunque la vedremo presto?

"Spero proprio di sì".

Parola di ’Re’ Giorgio...