Le Paralimpiadi di Parigi 2024 inizieranno solo mercoledì 28 agosto, ma le cronache sportive italiane sono già sul pezzo. “Merito” di un fatto che va oltre il semplice dato agonistico. Ha un nome e cognome: Valentina Petrillo, e sarà la prima atleta transgender a partecipare ai Giochi Paralimpici.

Valentina Petrillo, classe 1973, è una velocista che ipovedente affetta da Sindrome di Stargardt, una malattia rara che porta alla degenerazione della retina ma che le permette comunque di correre senza guida. Questo le consente di gareggiare sia tra le master della FIDAL che tra le paralimpiche della Fispes. Nel 2023 è stata campionessa italiana indoor F50 nei 200 metri (26”25) e nei 400 (1’02”41).

Prima della transizione, avvenuta nel 2019, l'atleta ha conquistato 11 titoli italiani. In quest'ultima stagione ha conquistato i titoli italiani nei 200 e 400 metri, sia indoor che outdoor.

Il portale della FIDAL riporta i suoi primati personali di 12”61 nei 100 metri, 24”94 nei 200 e 57”70 nei 400, tempi ottenuti tra il 2017 e il 2018. Tra le prestazioni più recenti: 12”58 nei 100 metri, 25”86 nei 200 e 58”57 nei 400.

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Matthias Hangst//Getty Images

Originaria di Napoli, dove è nata il 2 ottobre del 1973, ha trovato a Bologna il suo percorso professionale e sportivo. Scuola di informatica nel 1994, poi l’attività sportiva, un aspetto che non è mai mancato nella sua vita. Folgorata sulla via dell’atletica dall’oro di Mosca di Pietro Mennea, ha sempre corso ma anche giocato a calcio. Dall’età di 14 anni ha iniziato però a subire un calo della vista dovuto alla Stargardt.

A gennaio 2023 ha completato il suo percorso di transizione con rettifica dell'atto di nascita e dei documenti anagrafici, ma ha iniziato a gareggiare nelle competizioni femminili già dal 2020. Nell’ottobre di quell’anno ad Arezzo, il suo primo titolo italiano femminile, quello dei 200 metri master F45 (26”96).

Potrà correre a Parigi grazie al fatto che il suo corpo sta rispettando il limite di 5 nano moli di testosterone nel sangue, parametro imposto dal Comitato Olimpico Internazionale per poter competere nelle gare femminili.

Ai Campionati Mondiali Paralimpici dell’anno scorso, svoltisi proprio a Parigi, sempre nella categoria T12 è stata bronzo nei 200 metri (26”31) e nei 400 (58”24). In precedenza però, a marzo, aveva rinunciato a partecipare ai Campionati Mondiali Master indoor di Torun, in Polonia. L’annuncio della sua presenza in gara tra le donne aveva sollevato aspre critiche che hanno fatto desistere Valentina dal partecipare.

L’accusa? Quella di avere ancora grandi vantaggi dal suo fisico maschile, nonostante il livello di testosterone rientri nei limiti imposti a livello internazionale.

Anche in Italia la sua presenza in gara tra le donne non è sempre stata ben vista. L’anno scorso, in occasione dei Campionati Italiani Indoor Master, l’atleta e avvocata Mariuccia Fausta Quilleri, insieme ad altre 30 atlete, aveva ottenuto che Valentina (che non si è sottoposta a gonadectomia) usufruisse di uno spogliatoio esclusivo. Sempre l’avvocato Quilleri aveva presentato nel 2021, una istanza al presidente FIDAL Stefano Mei sulla partecipazione di Petrillo alle competizioni femminili.

Andrew Parsons, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), ha dichiarato a BBC Sport che, sebbene Petrillo è benvenuta Parigi in base alle attuali politiche del World Para Athletics, vorrebbe vedere il mondo dello sport "unirsi" sulle politiche transgender: negli ultimi due anni, infatti, gli organi di governo di molti sport (in particolare atletica, ciclismo e nuoto) hanno inasprito le regole di partecipazione per gli atleti transgender nelle competizioni femminili più importanti.

"Il valore storico di essere la prima donna transgender a competere alle Paralimpiadi è un importante simbolo di inclusione" afferma la stessa Petrillo, intervistata da BBC Sport. "Per me questa non è una scelta di vita, è ciò che sono. E il mio modo di essere, come tutte le persone transgender che non sentono di appartenere al loro genere biologico, non dovrebbe essere discriminato nello stesso modo in cui non dovrebbero essere discriminate la razza, la religione o l'ideologia politica".