Fermate le lancette: cosa stavate facendo il 29 agosto 2004? Probabilmente eravate davanti al televisore ad assistere a una delle medaglie olimpiche più belle della nostra storia. Precisamente 20 anni fa, Stefano Baldini diventava il "re di maratona" vincendo in 2h10:55 l'oro nella maratona ad Atene, nella culla dei Giochi Olimpici.

E oggi, a 20 anni da quello storico momento - e dopo gli esiti della gara alle più recenti Olimpiadi di Parigi - quella vittoria assume un significato ancora più intenso e quasi magico: tagliare per primo il traguardo della maratona olimpica, sopratutto ad Atene, è un'impresa che scrive il tuo nome nella storia imperitura dello sport italiano.

Un maratoneta è po' un fantasista: deve sempre sapere inventare qualcosa di fronte agli imprevisti

Stefano Baldini, 20 anni dopo ricorda l'oro di Atene

Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Stefano in occasione del nostro evento “The Running Academy” a Milano, con l'atleta che ha ripercorso con noi quel giorno indimenticabile e ci ha raccontato il valore dell'atletica e della corsa oggi.

Qual è il ricordo più bello che hai di quel giorno?

“Sono ricordi ancora molto vivi perché è uno di quegli eventi che non puoi cancellare dalla tua memoria. Ricordo la bellezza del percorso e l’emozione dell’avvicinamento allo Stadio Panathinaiko, credo sia una sensazione comune a tutti quelli, indipendentemente dal livello della prestazione, stanno realizzando il proprio sogno. Gli ultimi chilometri sono stati quelli più magici, non riuscivo ancora a credere a quello che stava accadendo. Non pensavo di riuscire a raggiungere un simile traguardo, ero riuscito a stupire perfino me stesso”.

stefano baldini atenepinterest
Andy Lyons//Getty Images

Dove tieni quella medaglia?

"Nel caveau di una banca. La medaglia in sé non ha un grande valore economico, piuttosto affettivo. E quest’anno l’ho già recuperata un paio di volte perché questo è un compleanno speciale”.

Perché un ragazzo oggi dovrebbe cominciare a fare atletica, e scegliere di correre la maratona?

“L’atletica offre l’opportunità di scegliere tra tante discipline, dalle corse veloci a quelle più lunghe, dal salto in alto a quello triplo, i lanci, la marcia… È uno sport individuale che però ha anche una componente di squadra. Per chi invece non è più giovanissimo è un ottimo modo per sfidare se stessi, magari per rimettersi in forma, migliorare il proprio tempo, incrementare la distanza oppure accompagnare un amico o fare da pacer”.

Cosa ti manca di più della vita da atleta?

“Mi manca tutto! È una vita molto faticosa perché richiede metodo e continuità però ti concede anche del tempo libero. E poi devi contare solo su te stesso. Mi piace però aiutare gli atleti di oggi come coach a raggiungere sogni e obiettivi, quindi fare l’allenatore per me è una grande soddisfazione, pur rosicando parecchio perché vorrei tanto essere al loro posto”.