Stretta di mano potente, sorriso travolgente e la fierezza di chi un oro olimpico al collo se l’è già messo. Che Filippo Tortu fosse un “drago” in pista si sapeva, ma che lo fosse anche quando un giornalista impertinente (io) lo bombardasse di domande era una dote non ancora nota a tutti. Invece, tra il serio - gli obiettivi del 2025 e il bilancio olimpico - e il faceto - una partita a carte e una gustosa ricetta di cucina -, Filippo non ha tentennato su niente!
Lo abbiamo incontrato a Milano, al quindicesimo piano della Terrazza Martini - che fatica arrivarci - in occasione della Race to The top, la race che celebra la nuova campagna di Nike Winning isn’t Comfortable che pone l'accento sulla realtà che i runner, tra piacere e fatica, sperimentano ogni volta che escono a correre per sensibilizzare chi è più lontano dallo sport al piacere del sacrificio.
A tu per tu con Filippo Tortu
Ciao Filippo, a bocce ferme è già il momento di pensare alla prossima stagione: quale sarà il tuo obiettivo? Su cosa ti focalizzerai maggiormente?
"Come sempre, l'obiettivo viene fissato dalla stagione e dagli appuntamenti in calendario. Sicuramente la gara più importante sono i Mondiali di Tokyo a settembre. Voglio arrivare in finale nei 200 metri e vincere una medaglia con i ragazzi della staffetta".
Parlando di medaglie: tu ne hai vinte tante e importanti. Ci dici cos'hai pensato dopo aver tagliato il traguardo alle Olimpiadi di Tokyo 2o2o?
"La prima sensazione che mi ricordo è stata l'incredulità, poi la felicità estrema e tanto stupore. Non credevo a quanto avessimo fatto. È stato Lorenzo Patta a convincermi che avevamo vinto l'oro".
E quali sono state le differenze che hai provato tra le Olimpiadi di Tokyo e quelle di Parigi?
"Una, la più sostanziale, è stata il risultato: in Giappone ho vinto, in Francia no. A Parigi ho dato tutto quello che avevo, sicuramente non è facile descrivere le mie sensazioni dopo il quarto posto in staffetta... all'inizio mi sono sentito vuoto, però ci hanno pensato i miei compagni a tirarmi un po' su".
Nel 2025 ti vedremo impegnato ancora nei 100 metri?
"Sì, già quest'anno li ho corsi un paio di volte, ma c'erano davvero troppo impegni tra Europei in casa e Giochi. Comunque sì, ho voglia di fare anche i 100".
Hai una routine pre gara? Come scacci la tensione prima di scendere in pista?
"Non ho uno schema che seguo precisamente, ma c'è qualcosa che mi fa scacciare la tensione. Infatti, gioco una partita a scopone con i fisioterapisti, poi parto con il riscaldamento".
E com'è Filippo Tortu in cucina? Ti diletti tra i fornelli?
"Ho due piatti della vita: la pasta con i crostacei e... la pasta con i fagioli. È una bella lotta, non so quale preferisco, ma la pasta con i fagioli sono bravissimo a prepararla, è una ricetta tramandata in famiglia".
E invece prima della gara cosa mangi?
"Correndo spesso all'estero non ho un menù fisso, si cerca di optare per il piatto meno peggio. Di solito mangio del riso in bianco e una proteine leggera, come il pollo".
In ogni grande maratona vediamo tempi sempre migliori, anche grazie alle nuove moderne super scarpe. Si può fare un discorso simile con le calzature chiodate che indossate in pista?
"Sì, anche le nostre chiodate ci aiutano molto. Io uso le Nike Maxfly 2, mi trovo davvero bene. In curva fanno la differenza, poi sono il giusto compromesso tra rigidità, elasticità e peso".
Dove vedremo Filippo Tortu tra 10 anni?
"Spero ancora in pista, ma non so se il mio corpo me lo permetterà. Ora sono focalizzato sul presente, non so cosa mi riserverà il domani. Ma posso dire con certezza che non farò l'allenatore".
Grazie Filippo, adesso aspettiamo l'invito per provare la tua incredibile pasta e fagioli, ci contiamo!
"Certo, senz'altro. Vi aspetto!".