Una bella storia di vita, di sport, di successi sulle piste di atletica di mezzo mondo e oggi anche sulle strade percorse dalle maratone. Yohanes Chiappinelli, 26 anni, dal super palmares come siepista e mezzofondista è il nuovo recordman italiano sulla distanza regina con l’eccellente 2:05’24” stabilito lo scorso primo dicembre alla Maratón Valencia.

Le sue tre prestazioni sui 42,195 km – sarebbero quattro ma alla maratona di Amburgo 2024 si ritirò al 35° kk -: chiariscono meglio di qualsiasi ragionamento il potenziale di questo giovane atleta, toscano di Siena ma etiope originario di Addis Abeba, allenato da Giuseppe Giambrone al Tuscany Camp: 2:09’46” il 19 febbraio 2023 al debutto a Siviglia, undicesimo ai Mondiali di Budapest il 27 agosto 2023 con 2:11’12”, fino all’exploit valenciano.

Abbiamo incontrato il Carabiniere Chiappinelli a Lido di Camaiore in occasione dell’appuntamento con The Running Academy by Cisalfa Sport e Runner’s World insieme al brand ON. Incalzato dal direttore di RW Rosario Palazzolo, Yohanes si è raccontato.

Yohanes Chiappinelli, “Quel giorno sentivo di poter correre forte”

Partiamo proprio dal tuo record. Il 2024 è stato un anno fantastico per la maratona italiana, hai migliorato di 42 secondi la prestazione di Yeman Crippa alla 42K di Siviglia (2:06'06") che già aveva abbassato di oltre un minuto il tempo fatto segnare da Illias Aouani (2:07’16”) a Barcellona nel 2023. Siete giovani e siete molto forti.

“Per me è stato un grandissimo traguardo. Il risultato di anni di impegno e sacrifici che sono stati ricompensati. Quel giorno sentivo di poter correre molto bene, grazie a una preparazione adeguata e alle sensazioni positive avute nei giorni precedenti la maratona. Ho condiviso con molti amici e conoscenti le mie sensazioni lasciando intendere che alla maratona di Valencia avrei dato il massimo. È andata esattamente così fin dai primi chilometri. Sentivo che quella era la mia giornata e tutto è proceduto nel migliore dei modi. Mentalmente ero concentrato, fisicamente in ottima forma e con l'adrenalina giusta”.

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Gestione e condotta di gara impeccabili.
“Per esempio, a Valencia Illias Aouani, mio avversario diretto a livello nazionale, ragazzo fortissimo che conosco molto bene, ha iniziato la gara decisamente più forte di me ma ha pagato questa scelta negli ultimi 5 km. Al quarantesimo chilometro sono riuscito a superarlo, conquistando il record italiano che quel giorno avrebbe potuto essere suo.

Ero consapevole che la presenza di Illias avrebbe potuto compromettere il mio risultato. Mi sentivo bene, pronto a correre, ma sapevo che Aouani avrebbe potuto influenzare la mia performance e che, se tutto fosse andato bene per lui, avrebbe potuto chiudere con un tempo ancora migliore. Fortunatamente, le cose sono andate bene per me e un po’ meno per lui.

Illias deve essere comunque molto soddisfatto del tempo raggiunto, poiché eguagliare il precedente record di Crippa non è da tutti. Il mio 2:25’24” è un grandissimo traguardo e rappresenta un punto di partenza per ottenere risultati ancora più soddisfacenti”.

A partire da una medaglia a livello mondiale o alle prossime Olimpiadi
“Certo. Oggi nella maratona in Italia c'è tanto fermento e quindi ci stimoliamo a vicenda. Ne vedremo delle belle nei prossimi anni”.

Yohanes Chiappinelli, “Preparare una maratona significa avere pazienza”

Approfondiamo proprio questo aspetto. Quanto influisce questa concorrenza interna tra di voi? Questa rivalità? Siete tutti amici, vi conoscete, c'è Illias Aouani, c'è Yeman Crippa, sta arrivando anche Pietro Riva, poi ci sono anche tanti altri giovani che iniziano a fare ottimi risultati; Una squadra solida, non solo di passaggio. Una scuola che ha ripreso a generare grandi risultati.
“Verissimo, c'è gran fermento in questo momento nel mondo della maratona italiana. Siamo tutti atleti giovani. Rappresentiamo il presente e, speriamo, il futuro della maratona italiana. Ci stimoliamo a vicenda, ci carichiamo quando un nostro avversario che è anche compagno di allenamenti fa il record italiano. Uno stimolo in più per abbassare quel record alla prossima gara. Tutto molto positivo che non può che far bene all’atletica italiana”.

Come è organizzata la tua preparazione per la maratona?
“Preparare bene una maratona significa avere tanta pazienza e fare molti chilometri. Nel mio caso tanti, tantissimi chilometri nelle gambe e tanti lunghi da 30, 35, anche 40 km. Non è il caso di chi si avvicina ai 42K per la prima volta o da semplice amatore. Poi ci vogliono tanti lavori specifici che possono consistere nei classici 5 per 5 km, recupero 1 km un po’ più tranquillo; oppure delle ripetute anche un poco più veloci sui 1.000. Servono sedute mirate in palestra. Tutto questo per poter correre come si deve una maratona”.

Yohanes Chiappinelli, “Amo tantissimo i lunghi in progressione”

C'è un lavoro particolare che hai sperimentato con il tuo allenatore e ti ha dato dei buoni risultati nella preparazione della maratona?
“Amo tantissimo i lunghi da 30 a 40 km, mi piacciono proprio un sacco e vorrei farne molti di più rispetto a quelli che mi dice l'allenatore.

E soprattutto amo finire gli ultimi 10 km in progressione; ti aiutano ad arrivare

alla maratona mentalmente carico e fisicamente pronto all'idea che devi finire in progressione gli ultimi 10 km della maratona, i più duri. Il Consiglio che do a tutti, fatte le debite proporzioni, è di finire i lunghi in progressione rispetto a come si è partiti; se parti subito ‘a manetta’, poi cali, con il rischio di commettere lo stesso errore quando ti trovi a partecipare a una maratona”.

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Entriamo ancora di più nello specifico. I grandi atleti si allenano correndo lentamente per l’80% e fanno qualità per il restante 20%. Ti rispecchi in queste percentuali, in questo tipo di allenamento?
“Sì, questa, queste percentuali effettivamente le ho provate su me stesso e ho notato che fare tanti chilometri a un ritmo, magari un pochino più tranquillo, ti permette poi di recuperare bene e di affrontare il lavoro più qualificato nel migliore dei modi. Lo stesso ex recordman mondiale Eliud Kipchoge prediligeva questo tipo di lavoro: lenti molto piano e lavori qualificati fatti come si deve. Tanti chilometri a ritmo lento, privilegiando il volume, e lavori di qualità, anche quelli magari un pochino più tranquilli ma con più chilometri, più volume anche in quel caso”.

Yohanes, ma quando parli di “lento” che cosa intendi? Anche perché è bene ricordare che voi in gara viaggiate tra i 02’50” e i 02’55” al chilometro per 42 km...
“Il lento per me può variare tra i 04’30” e i 03’30” al chilometro. Diciamo che dipende da come mi sveglio...”.

Yohanes Chiappinelli, “Il Tuscany Camp è una piccola Africa”

Sei toscano, ti alleni in Toscana in un posto magnifico che si chiama Tuscany Camp, ideato e realizzato dal tuo allenatore Giuseppe Giambrone, progetto supportato negli ultimi anni da On. Un centro che ospita tanti atleti fortissimi provenienti da tutto il mondo che vengono ad allenarsi a San Rocco a Pilli, in provincia di Siena, ospitati in una splendida villa del Settecento.
“Quando decisi di cambiare allenatore pensai di andare in Africa perché avevo fatto in precedenza delle esperienze di allenamento in Kenya e mi piaceva proprio il modo in cui lavorano, quello spirito di gruppo. Soltanto che... perché andare in Kenya quando a 10 km da casa mia ho l'opportunità più più grande, più bella della mia vita? Il Tuscany Camp è una piccola Africa. Una bellissima realtà dove convivono atleti provenienti da tantissime nazioni, tra cui Uganda, Burundi, Tunisia, Etiopia e, ovviamente, Italia. Ho l'opportunità di poter entrare a far parte di questo gruppo e per me è stato veramente una rivelazione. Ed è grazie a questo gruppo di allenamento, grazie al team che c'è dietro a tutto il Tuscany Camp se sono riuscito ad ottenere tanti risultati, tra i quali anche il record italiano in maratona”.

Però ci sono dei momenti in cui anche tu, come ogni buon maratoneta, vai in altura ad allenarti. Dove vai? E cosa ti dà l'allenamento in altura?
“Da diversi anni ormai vado in altura a fare la preparazione prima degli appuntamenti importanti. Prima della Maratona record di Valencia sono stato un mese e mezzo a Livigno.

In altura si fatica decisamente di più rispetto che ad allenarsi a livello del mare per del minore ossigeno presente in natura e quindi il fatto di allenarti con una difficoltà in più ti permette poi, quando scendi nuovamente a livello del mare, di performare, di correre più facilmente, di essere più tranquillo. Io di 'alture' ne ho fatte veramente tante: sono stato appunto in Kenya, in Etiopia, in America. A Sestriere, a Livigno, a St. Moritz prima dei Mondiali di Tokyo dove vorrei tornare per preparare al meglio la mia prossima maratona”.

Sei un atleta molto versatile, sei partito dalla pista, facevi le siepi, hai fatto il mezzofondo veloce, adesso sei passato alla maratona, com'è cambiato il tuo corpo, com'è cambiato il tuo modo di correre e ti ci ritrovi ancora in pista?
“Sì, io sono partito da pistaiolo e anche da crossista. Facevo tante campestri, mi trovavo bene, mi divertivo. In pista prevalentemente ho fatto 3000 siepi, mi sono un po’ focalizzato per forse fin troppo tempo su quella specialità, mentre 5.000 e 10.000 metri negli anni li ho un po' trascurati. Infatti, faccio qualche uscita raramente e a essere sincero, faccio fatica.

Poi il passaggio alla maratona, alle corse su strada. Non è stato facilissimo, però neanche difficile perché comunque di mio sono portato alle lunghe distanze e quindi affrontare i lunghi non è stato per niente difficile, anzi è stato bello.

Allenamento dopo allenamento, il mio corpo ha iniziato ad adattarsi a quelli che erano gli allenamenti per la maratona, per le gare su strada e da lì poi sono usciti questi tempi sulla mezza maratona (1:00'50" il 27 ottobre 2024 sempre a Valencia, n.d.r.) e quindi ho trovato la mia strada e non posso che continuare in quella direzione”.

Una curiosità, a cosa pensi quando corri per 42 km?
“Bella domanda. In realtà penso a poco, penso a rimanere più tranquillo, più rilassato possibile, ascolto più che altro il ritmo dei miei passi e controllo un attimo cosa fanno gli avversari intorno a me. Cerco sì di rimanere con la testa, con le gambe, con tutto il corpo più rilassato, più fresco possibile”.

Yohanes Chiappinelli, “Le scarpe possono darti qualcosa in più”

In gara utilizzi delle super scarpe con piastra in fibra di carbonio. Come si comportano? Che vantaggio ti danno? Come le senti? Dove fanno la differenza? Invece che cosa usi in allenamento?
“Per le corse quotidiane, per i lunghi, per gli allenamenti, utilizzo e prediligo una scarpa morbida che mi supporti il piede. La scarpa che uso di più è la On Cloudmonster, se invece cerco un po' più di reattività e al tempo stesso protezione mi trovo molto bene con le On Cloudmonster Hyper.

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Mentre per quanto riguarda le ripetute in pista o le ripetute più veloci su strada o addirittura in gara, prediligo una scarpa più reattiva, che sento che mi dia una spinta, una propulsione in avanti e quindi utilizzo On Cloudsurfer 2. Per le gare invece utilizzo le On Cloudboom che sento proprio mie, leggere, reattive.

Aggiungo solo che durante l'intera maratona non penso certo alle scarpe ma avverto che rappresentano uno strumento che riesce a darti quel qualcosa in più invece che sottrartelo”.

Sei diventato maratoneta quando ormai era già l'epoca delle super scarpe. Secondo te conferiscono un reale vantaggio? E che tipo di vantaggio danno? Perché non è solo una questione di maggiore velocità. La cosa è più complessa...
“Vero, sono nato nel periodo delle super scarpe col carbonio. E sicuramente sì, una mano la danno, anche se non saprei quantificare in termini cronometrici. Ti aiutano anche a recuperare prima dopo un allenamento perché non rilasciano affaticamenti particolari sulle gambe. Ma mi sento anche di aggiungere che non è il caso di abusarne”.

Cosa e come mangia Chiappinelli?
“Allora a pranzo prediligo i carboidrati con l'accompagnamento di un poco di proteine, come possono essere del grana o del tonno, oppure degli affettati come la bresaola o prosciutto crudo, mentre a cena più proteine piuttosto che carboidrati. Può essere petto di pollo classico o un po’ di carne di manzo e un po’ di riso. Ovviamente verdure sempre, a pranzo e a cena.

Al mattino spesso e volentieri vado a correre anche a digiuno. Magari mangio un po’ di più alla sera”.

Yohanes Chiappinelli, obiettivo Mondiali a Tokyo

Il tuo prossimo appuntamento importante sono i mondiali di Tokyo che saranno a settembre.
“E quando ci sono in palio le medaglie, potrebbe essere una gara tattica, ma in realtà negli ultimi anni la maratona è diventata quasi 100 m, nel senso che ci sono tantissimi atleti che partono fortissimo e quindi per un atleta è ancora più difficile avere una strategia perché vedi qualcuno che ti scappa e quindi diventa ancora difficile. Quasi una scommessa. Ultimamente i mondiali, le Olimpiadi, negli anni passati erano delle gare più tattiche, tra virgolette, partivano tranquilli, si studiavano, si studiavano fino al trentesimo, poi magari qualcuno faceva un'azione e poi moriva, poi ne partiva un altro, un'altra azione. Mentre ultimamente partono subito forte. Fino alla fine. Devi essere insomma un po' pronto a tutto, sia a una maratona veloce sia a una maratona più tattica, dove si usa più la strategia”.